La prima stretta di mano fra Joe Biden e Xi Jinping

La prima stretta di mano fra Joe Biden e Xi Jinping

Il G20 di Bali di quest’anno è stato un evento di particolare importanza. Non solo perché avviene in un momento di grandi criticità internazionali, con il conflitto in Ucraina che ancora infuria, ma che lascia intravedere qualche spiraglio per un cessate il fuoco. Anche perché durante il summit si è avuto il primo incontro ufficiale fra il presidente statunitense Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping, fresco di riconferma per un terzo mandato. L’incontro tra i due, come di consueto, è stato cordiale nei modi, ma probabilmente molto meno nella sostanza. Per quale motivo?

La prima stretta di mano fra Joe Biden e Xi Jinping

Sono molti i dossier che vedono la nazione nordamericana contrapposta a quella cinese. Quello sul Russia, sia detto per inciso, non è il più importante. Argomento centrale per entrambe le superpotenze è l’indipendenza di Taiwan, con le sue preziosissime fabbriche di microchip. Taiwan copre da sola più della metà della produzione di microchip del mondo, e ha un monopolio quasi totale per quello che riguarda i più avanzati fra essi. Ciò rende la piccola isola al largo delle coste cinesi di importanza strategica assoluta. Il problema nasce dal fatto che Taiwan non è una nazione riconosciuta, se non da una piccolissima parte delle 195 nazioni rappresentate all’Onu.

La questione Taiwan che divide le due potenze

Gli stessi Stati uniti portano avanti da anni una politica di ambiguità verso il governo dell’isola. Mai riconosciuto in via ufficiale, ma largamente accolto tra i partner commerciali e sostenuto politicamente. La Cina, dall’altra parte, ha più volte chiarito la sua: Taiwan è territorio cinese, e tornerà alla Cina con le buone o con le cattive. È evidente che i punti di vista dei due player internazionali non sono conciliabili, e non lo saranno per il futuro prossimo venturo. D’altra parte, però, parliamo di due superpotenze nucleari, per le quali lo scontro frontale non è pensabile (o almeno si spera che non lo sia).

La comunicazione dell’evento getta acqua sul fuoco

Date queste premesse, è evidente che la comunicazione per l’evento che vede il primo incontro dei due presidenti debba in ogni modo provare a smussare gli angoli. Quindi ecco fioccare tanti discorsi su generici buoni propositi: «Come leader delle principali economie del mondo, dobbiamo gestire la competizione tra i nostri due Paesi», dice Biden. «Il mondo si aspetta che Stati Uniti e Cina gestiscano correttamente le relazioni. Il nostro incontro ha attirato l’attenzione del mondo. Dobbiamo lavorare con tutti i Paesi per portare la pace nel mondo. Nel nostro incontro dobbiamo avere un sincero scambio di opinioni su questioni di importanza strategica. Non vedo l’ora di lavorare con lei» , ha risposto Xi Jinping.

Sottotraccia, coperte da tante frasi di circostanza, le distanze fra le rispettive posizioni restano, ed è facile immaginare che, se un nuovo equilibrio di poteri dovrà formarsi nel mondo, ciò non avverrà in maniera indolore.

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