Il G20 di Bali di quest’anno è stato un evento di particolare importanza. Non solo perché avviene in un momento di grandi criticità internazionali, con il conflitto in Ucraina che ancora infuria, ma che lascia intravedere qualche spiraglio per un cessate il fuoco. Anche perché durante il summit si è avuto il primo incontro ufficiale fra il presidente statunitense Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping, fresco di riconferma per un terzo mandato. L’incontro tra i due, come di consueto, è stato cordiale nei modi, ma probabilmente molto meno nella sostanza. Per quale motivo?
La prima stretta di mano fra Joe Biden e Xi Jinping
Sono molti i dossier che vedono la nazione nordamericana contrapposta a quella cinese. Quello sul Russia, sia detto per inciso, non è il più importante. Argomento centrale per entrambe le superpotenze è l’indipendenza di Taiwan, con le sue preziosissime fabbriche di microchip. Taiwan copre da sola più della metà della produzione di microchip del mondo, e ha un monopolio quasi totale per quello che riguarda i più avanzati fra essi. Ciò rende la piccola isola al largo delle coste cinesi di importanza strategica assoluta. Il problema nasce dal fatto che Taiwan non è una nazione riconosciuta, se non da una piccolissima parte delle 195 nazioni rappresentate all’Onu.