Tornano i ragazzi di Friday for Future. È venerdì, e Greta Thunberg, come ogni altro venerdì, davanti ai cancelli del Parlamento svedese. Un impegno che non ha mai saltato, neanche quando era richiesta la sua presenza per partecipare alla premiazione per il Nobel per la Pace, per il quale era candidata. Ha come sempre un cartello in mano, col quale chiede provvedimenti per salvare il clima.
Se Greta non ha mai smesso di lottare per il suo futuro, anche nei momenti più bui del lockdown, i ragazzi del suo movimento avevano preso una lunga pausa. Pausa terminata oggi per il “Climate Strike” (“sciopero per il clima”) , con il movimento che è tornato a ritrovarsi nelle piazze di tutto il mondo. Più di 100 location urbane solo a Napoli: cortei, flash-mob e sit-in, tutti nel rispetto delle stringenti misure di sicurezza dettate dall’emergenza sanitaria.
Tornano i ragazzi di Friday for Future
“Nonostante la pandemia ci abbia mostrato i danni dell’attuale sistema economico e il potenziale devastante della crisi climatica, le persone al potere continuano a ignorarla o negarla”, spiega il movimento FFF Italia sui suoi canali social: “Torniamo a riempire le piazze d’Italia e a manifestare per il nostro diritto ad un futuro vivibile. I governi hanno fallito: non sono stati in grado di agire per tutto questo tempo, ignorando gli allarmi della comunità scientifica mondiale sulla catastrofe climatica ed ecologica che stiamo alimentando ogni giorno di più. Ma noi, le persone, non abbiamo ancora fallito: ci rimangono 7 anni e 4 mesi per scongiurare la catastrofe. Sta a noi unirci con forza e protestare per il nostro futuro!”
“Il tempo per evitare il collasso climatico sta per finire – affermano ancora i ragazzi – ma arrendersi significa destinarci a un futuro nel caos, e non lo accettiamo. Dobbiamo affrontare la realtà e trattare la crisi climatica come una crisi. Vogliamo che la politica dia la priorità alla sopravvivenza dell’umanità piuttosto che all’avidità di pochi. Vogliamo un’economia basata sul benessere delle persone e la tutela degli ecosistemi e non più sul PIL, un’Europa che si impegni a ripagare il suo debito con il sud del mondo. Vogliamo un Ritorno al Futuro”
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