Se hai un attività imprenditoriale legata al turismo il 2022 potrebbe costituire per te un’occasione formidabile. Dopo 2 anni difficili, anzi difficilissimi, quest’anno i dati Istat fanno finalmente intravedere la rinascita che tutti aspettavamo. I numeri sono ancora molto lontani da quelli pre-covid, ma questo non deve scoraggiarti. Ciò potrebbe voler dire piuttosto che è il momento di avviare quell’attività turistica alla quale pensi da tempo, o di incrementare l’investimento in quella che già hai, puntando a un ritorno d’investimento futuro potenzialmente esplosivo.
Turismo 2022: l’anno della grande occasione
Perché questo entusiasmo? Vediamo il trend del settore turistico nel dettaglio, così come radiografato dall’Istat. L’istituto di ricerca ha rilevato che nei primi nove mesi del 2021, da gennaio a settembre, le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi sono cresciute del 22,3% rispetto al 2020. Il recupero rispetto all’anno precedente si è fatto più marcato nel trimestre estivo, quando la crescita è stata del 31%. Oggi, con le ultime limitazioni che cadono una dopo l’altra e i voli internazionali ripartiti a pieno regime, tutti gli analisti di settore si aspettano una stagione estiva 2022 sui livelli di quella 2019, se non ancora migliore. Non sottovalutiamo poi lo slancio offerto dai tanti incentivi contenuti nel PNRR. Un bottino ricco che potrebbe fare da vero volano per gli operatori.
La rinascita del mercato interno
C’è infatti un altro fattore che non dobbiamo sottovalutare: il mercato interno. La propensione delle famiglie a trascorrere le vacanze entro i confini nazionali è molto aumentata nell’ultimo biennio. Ciò permette agli imprenditori di settore di poter contare su una clientela con afflusso costante, per periodi più lungi e con una buona attitudine alla spesa. Inutile dire che un ritorno del settore sui livelli pre-pandemia potrebbe essere un toccasana non solo per il mondo del turismo, ma per la salute dell’intero sistema-Italia. Il turismo è un settore strategico per il nostro Paese, che produce il 13% del Pil e impegna il 15% della forza lavoro: 3,5 milioni di persone.