Incentivo FRI-TUR: cos’è e come riceverlo

Incentivo Fri-Tur: cos'è e come riceverlo

Se c’è una cosa per la quale noi italiani andiamo matti, questa sono gli incentivi statali. E quindi eccone arrivare un altro: si tratta di Fri-Tur (Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo nel turismo, ndr), un incentivo previsto dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza e promosso dal Ministero del Turismo e gestito da Invitalia. Il totale dei finanziamenti a disposizione ammonta a 780 milioni di euro, di cui metà è riservato alle iniziative finalizzate all’ammodernamento energetico. Questi progetti sono mirati a migliorare l’efficienza delle strutture, a ridurre i consumi, a diminuire l’impatto ambientale delle emissioni inquinanti e a ottimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche.

 

Incentivo FRI-TUR: cos’è e come riceverlo

 

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L’iniziativa prevede due tipologie di incentivi: il contributo diretto alla spesa, pari al 35% dei costi e delle spese ammissibili, e il finanziamento agevolato, concesso da Cassa Depositi e Prestiti con un tasso nominale annuo dello 0,5%, per una durata compresa tra i 4 e i 15 anni. Per presentare domanda di finanziamento, sono richiesti alcuni requisiti fondamentali, come ad esempio gestire un’attività di tipo ricettivo o di servizio turistico in immobili o aree di proprietà o per conto di terzi, essere costituiti regolarmente con iscrizione al registro delle imprese, non essere in stato di liquidazione e avere un’organizzazione stabile di impresa sul territorio nazionale.

Per richiedere l’incentivo c’è tempo fino al 31 marzo

Tra i destinatari dell’incentivo ci sono alberghi, agriturismi, strutture ricettive all’aria aperta, imprese del comparto turistico, fieristico, ricreativo e congressuale, stabilimenti balneari, complessi termali, porti turistici e parchi a tema. Le domande possono essere presentate dalle ore 12 del primo marzo 2023 fino alle ore 12 del 31 marzo 2023, salvo eventuali proroghe della Commissione europea. I progetti finanziabili devono essere realizzati entro il 31 dicembre 2025 e devono essere in linea con la normativa ambientale sia nazionale che europea.

Gli interventi destinati al Sud

Il 50% delle risorse è destinato agli interventi per la riqualificazione energetica, mentre il 40% del contributo diretto alla spesa è destinato alle imprese con sede in una delle regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Inoltre, gli incentivi non sono cumulabili con quelli previsti dall’articolo 1 del Decreto Legge del 6 novembre 2021, n. 152 né con altri contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubblici destinati alla stessa tipologia di interventi.