Ci è mancato un pelo, ma il Sultano ce l’ha fatta di nuovo. Recep Tayyip Erdoğan, il presidente della Turchia, ha vinto le elezioni del 2023 di misura. Si è assicurato il 52,14% dei voti, mentre il suo principale sfidante, Kemal Kılıçdaroğlu, ha ricevuto il 47,86%. Eppure, alla vigilia del voto, l’avversario era dato ampiamente per favorito, e ovunque nelle città si respirava aria di cambiamento. La vittoria di Erdoğan è stata in parte dovuta alla sua efficace strategia di comunicazione.
Erdogan: strategie di comunicazione che lo hanno portato alla vittoria
Se è vero, come è vero, che le forze politiche al governo subiscono sempre un lento logoramento, Per Erdogan, ininterrottamente al potere da più di 20 anni, non doveva esserci alcuna speranza. Eppure non è andata così. Nonostante un inflazione galoppante(causata in buona parte dalle sue scelte in materia economica, giudicate a occidente quantomeno “fantasiose”), e nonostante gli scandali che lo hanno coinvolto riguardo alla gestione del dopo-terremoto, è riuscito a rimanere in sella. Per far ciò ha fatto leva su quelli che ormai sono i suoi collaudati cavalli di battaglia comunicativi. Vediamo quali:
- Nazionalismo: Erdoğan ha promesso di proteggere gli interessi della Turchia sia a livello nazionale che internazionale. Ha potuto far ciò perché, pur con alti e bassi, a partire dalla sua salita al potere la Turchia ha ritrovato un ruolo centrale nello scacchiere internazionale. Ruolo consolidato dal suo contributo alla chiusura dell’accordo sul grano in Ucraina.
- Conservatorismo religioso: ha fatto appello ai conservatori religiosi della Turchia promettendo di sostenere i valori islamici e di proteggere l’identità musulmana della Turchia. Ha anche usato la retorica religiosa per criticare i suoi oppositori, dipingendoli come secolaristi che non sono in contatto con il popolo turco. Questo approccio, sebbene non abbia grande riscontro nelle grandi città fortemente occidentalizzate, ha invece una forte presa sulle zone rurali.
- Sicurezza: Erdoğan ha fatto appello al senso di sicurezza degli elettori turchi, promettendo di reprimere il terrorismo e di proteggere la Turchia dalle minacce straniere. Una strategia di sicuro successo, dal momento che la Turchia è a pochi passi da una delle aree più calde del mondo, sottoposta a un flusso continuo di profughi siriani e con il suo governo in perenne conflitto con la minoranza curda.
- Stabilità: un argomento che li racchiude un po’ tutti. In un momento in cui le incertezze si moltiplicano, tanto sul piano geopolitico che su quello economico, Erdogan è riuscito a far passare il messaggio che un cambio di governo ggi sarebbe stato un “salto nel buio”, e avrebbe fatto apparire la Turchia debole e senza guida agli occhi della comunità internazionale.
La strategia di comunicazione di Erdoğan è stata efficace nel mobilitare la sua base di appoggio e nel persuadere alcuni elettori indecisi. È stato in grado di inquadrare con successo le elezioni come una scelta tra un leader forte che avrebbe protetto gli interessi della Turchia e un leader debole che non lo avrebbe fatto. E così è riuscito a recuperare il consenso appena sufficiente a garantirgli la rielezione. Nel mondo di oggi, dove gli elettori sono bombardati da informazioni provenienti da una varietà di fonti, è più importante che mai che i politici siano in grado di comunicare efficacemente il loro messaggio al pubblico.
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